ITALIA: ULTIMO ATTO. L’ALTRO CINEMA ITALIANO – Vol. 1

Italia a mano armata (1976) di Franco Martinelli: Il “poliziottesco” che racconta il lato oscuro del triangolo industriale del Nord-Ovest.

Quando nel 1975 Vincenzo Mannino scrive la sceneggiatura di Roma violenta mette al centro dello sviluppo narrativo tre elementi destinati a diventare – in poco tempo – codici di riferimento del genere poliziesco italiano: la rappresentazione spettacolare ed enfatica della violenza, il commissario integerrimo senza macchia e senza paura e l’utilizzo degli spazi metropolitani come personaggio terzo (addirittura con i nomi delle città nei titoli dei film).

[…] L’opera successiva di Marino Girolami firmata come Franco Martinelli, intitolata Italia amano armata – in fase di lavorazione Italia violenta – prende le mosse da un soggetto di Vincenzo Mannino che sembra essere l’ampliamento nonchè la traduzione nel ricco Nord industriale delle dinamiche del film precedente. La sceneggiatura è opera dello stesso Mannino a cui si aggiungono come collaboratori Gianfranco Clerici e Lella Buongiorno e, a differenza del film precedente, presenta alcune anomalie: quella di una figura femminile senza nome – non una madre,ma materna e comprensiva – il fatto che vi muoiano solo poliziotti e criminali (il cittadino è apparentemente al sicuro), la presenza dei delinquenti mimetizzati tra i cittadini e, infine, la tragica fine del commissario messa in scena come una doccia scozzese, quasi fuori tempo massimo. Scelta che dal punto di vista di Girolami/Martinelli è semplicemente una “vendetta” nei confronti di chi gli ha soffiato il personaggio (in Napoli violenta (1976) diretto da Umberto Lenzi) ma che nell’economia del film, oltre a portare a compimento la chiosa (immaginata) di Roma violenta, sancisce, definitivamente, sia il sopravvento del crimine sulla giustizia sia la statura di perdente di chi, come Betti, accetta la sfida della lotta alla criminalità.

di Fabrizio Fogliato

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Italia: ultimo Atto. L’altro cinema italiano , edito da Il Foglio, è un romanzo-saggio che, per la prima volta, tra inediti, interviste e testimonianze, racconta il cinema italiano dal punto di vista del cittadino medio, quello che nel corso della storia italiana, diventa “spettatore”, qui identificato come guida. Il Virgilio di un “viaggio infernale” tra i serpenti di celluloide di un cinema e di una storia mai raccontati. Documenti inediti, interviste e testimonianze di una “contro-storia” del Cinema Italiano. Un cinema italiano, nascosto, rimosso, sottaciuto e bandito che diventa cartina di tornasole del “Paese reale”. Sole (1928) di Alessandro Blasetti, Rotaie (1929) di Mario Camerini, La peccatrice (1940) di Amleto Palermi, Tombolo paradiso nero (1947) di Giorgio Ferroni, La strada buia (1950) di Marino Girolami e Sidney Salkow, L’inferno addosso (1959) di Gianni Vernuccio, Milano nera (1962) di Rocco & Serpi, La cuccagna (1962) di Luciano Salce, Silvia e L’amore (1968) di Sergio Bergonzelli, Top Sensation (1969) di Ottavio Alessi, Le salamandre (1968) di Aberto Cavallone, Morire gratis (1968) di Sandro Franchina, Delitto al circolo del tennis (1969) di Franco Rossetti, Vergogna schifosi!… (1969) di Mauro Severino, Flashback (1968) di Raffaele Andreassi…. E tantissimi altri titoli ….da (ri)scoprire….E per la prima volta l’analisi completa della figura e del cinema di Massimo Pirri.

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