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CON LA RABBIA AGLI OCCHI – ITINERARIO n.03: ritorno

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Itinerario n.03: ritorno: La febbre dell’oro (stralci)

Sono le domande pressanti, il prolungamento del fermo, i continui e ripetuti interrogatori sulla sedia di fronte al commissario, lo stordimento del fumo di sigarette che per ore e ore asfissia i “contendenti”, prima che una finestra venga aperta, che portano l’indiziato a confessare (anche se non sempre è realmente colpevole). L’interrogatorio di polizia diventa – anche nel cinema italiano – un topos di riferimento. Di nuovo Pietro Germi ci mette lo zampino, partecipando come attore protagonista (nella parte del Commissario Fioresi) a Il rossetto (1960), esordio alla regia di Damiano Damiani, variazione sul neonato spartito dell’interrogatorio mutato in indagine filosofica.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – ITINERARIO n.03: andata

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Itinerario n.03: andata: La febbre dell’oro (stralci)

Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi ‒ come sottolinea Roberto Curti ‒ nasce da un matrimonio che sembra improbabile ma che (come vedremo anche nel prossimo capitolo) dà vita al convitato di pietra di tutto il “nero” di matrice borghese e spinge le sue spire di influenza molto lontano nel tempo.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – ITINERARIO n.02: ritorno

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Itinerario n.02: ritorno: L’età dell’oro (stralci)

Se la città è una giungla in cui, con le unghie e con i denti, si cerca di arraffare un po’ di felicità, è nel deserto delle periferie che matura una trasformazione demografica destinata, proprio all’alba degli anni Cinquanta, a porre le condizioni affinché l’atavica rabbia (covata, repressa) generata dalla miseria si mescoli – in un combinato disposto i cui effetti distruttivi matureranno nel lungo periodo – con quella “nuova”, generata da una convivenza forzata e imprevista che amplifica disagio e malessere abitativo nelle periferie producendo crisi di identità degli abitanti.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – INTRODUZIONE [P.te 3]

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Introduzione – Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano

Ciò determina l’egotismo diffuso che alimenta la smania della rinuncia alla propria identità per intraprendere una deriva autocratica (in senso lato) e dominante che, attraverso il suo decisionismo, impedisce qualsiasi violazione della proprietà privata e occulta, nel segreto dell’indicibile, le manovre politiche che decidono i destini della nazione. Il cinema criminale – ancor più nella sua variante di genere – utilizza la distorsione visiva e la deformazione iperrealista per mostrare lo sfilacciamento sociale.

CON LA RABBIA AGLI OCCHI – INTRODUZIONE [P.te 2]

I LIBRI DI INLAND #6
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
di Fabrizio Fogliato con prefazione di Romolo Guerrieri
Bietti Edizioni, 2022

Introduzione – Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano

Mettendo in relazione l’oggetto (la realtà), l’agente secondo (il film) e il terzo (lo spettatore) si comprende come l’analisi intertestuale e multidisciplinare di una pellicola sia utile per svelare le disposizioni psicologiche, predominanti in un circoscritto periodo storico; il cinema traduce e divulga l’incomprensibile attraverso la componente unheimlich declinata al macabro, al criminale, al morboso e all’inconoscibile.

ITALIA A MANO ARMATA (1976) di Franco Martinelli [Marino Girolami]

ITALIA: ULTIMO ATTO. L’ALTRO CINEMA ITALIANO – Vol. 1

Italia a mano armata (1976) di Franco Martinelli: Il “poliziottesco” che racconta il lato oscuro del triangolo industriale del Nord-Ovest.

Quando nel 1975 Vincenzo Mannino scrive la sceneggiatura di Roma violenta mette al centro dello sviluppo narrativo tre elementi destinati a diventare – in poco tempo – codici di riferimento del genere poliziesco italiano: la rappresentazione spettacolare ed enfatica della violenza, il commissario integerrimo senza macchia e senza paura e l’utilizzo degli spazi metropolitani come personaggio terzo (addirittura con i nomi delle città nei titoli dei film).