Fame chimica del post orgasmo: quando l’aggressione si trasforma in sadismo

Quello che colpisce è come in Kazan, la violenza sia animata non solo dalla repressione del risentimento ma anche da un inusuale, per dei militari, senso di invidia. Più volte i due fanno presente a Bill che: “Hai fatto i soldi”,oppure “Hai delle persone che fanno le cose per te” restituendo appieno il malessere, il disagio e la difficoltà di integrazione di cui furono vittime tutti i reduci del Vietnam. In entrambe le pellicole, l’aggressione si trasforma in sadismo. Questo registro estremo, che appare più accentuato in Funny Games, vive sul principio ambiguo e malsano secondo cui una volta accettato il dolore e viceversa quando questo viene perseguito, c’è sempre una tendenza al piacere. Il miraggio di un bene successivo è connaturato all’idea stessa del sadico (ma anche della vittima), che è consapevole che l’attraversamento del dolore è necessario per giungere al paradiso o all’orgasmo. Non è casuale quindi che The Visitors termini con uno stupro (plastica reiterazione di ciò che è avvenuto in Vietnam) e che Funny Games finisca con la morte della donna (nell’acqua) pronta per una ri-nascita spirituale.

Per questo il sadico vorrà delle prove manifeste dell’asservimento alla carne della libertà dell’altro: tenderà a far chieder perdono, lo obbligherà con la tortura e le minacce ad umiliarsi, a rinnegare ciò che ha di più caro. Si dice che ciò avviene per gusto di dominio, per volontà di potenza. Ma questa spiegazione è vaga ed assurda. È il gusto di dominare che bisognerebbe spiegare prima di tutto e proprio questo gusto, non può essere anteriore al sadismo come suo fondamento, perché nasce come questo e sul suo stesso piano, dall’inquietudine di fronte all’altro. Infatti se il sadico si compiace di costringere con la tortura l’altro a rinnegare, è per una ragione analoga a quella che permette di interpretare il senso dell’amore.[i]

In entrambi i casi la violenza è legata al cibo e all’esigenza del nutrimento. La bulimia di Peter e Paul in Funny Games è direttamente proporzionale allo svuotamento di energie che sopravviene dopo aver compiuto atti violenti. E’ una fame-chimica simile a quella del post-orgasmo. In The Visitors, Martha prepara la cena e Kazan in montaggio alternato mostra il trasporto del cadavere del cane ucciso dal padre con i due militari. Dopo la cena – durante la quale il padre ubriaco si ferisce e crolla sul tavolo durante un racconto di tortura (più va avanti nella descrizione più le energie gli vengono meno) – si scatena l’aggressione ai danni di Bill che si confronta virilmente con Mike. Questi, avuta la meglio sul giovane amico, aggredisce Martha e la stupra. Il dolore e il piacere che convivono nel sadismo non si annullano a vicenda: la diminuzione dell’uno non corrisponde all’incremento dell’altro. Questa assenza di corrispondenze viene evidenziata nei due film con le scelta adottata per inquadrare gli esterni e gli interni e all’uso del campo e del fuori campo.

In entrambi i film gli esterni sono ariosi, spaziosi, inquadrati in campo lungo e percorsi da una luce delicata e uniforme. Al contrario, i personaggi negli interni sono inquadrati (quasi) sempre in primo piano o a mezza figura. Sono schiacciati contro le pareti o oppressi dai soffitti, agiscono nella penombra e sono debitamente ripartiti. La loro presenza è divisa, di solito a coppie o a trio e si presentano sempre, a tavola o sul divano, opposti gli uni agli altri. Le famiglie non si scompongono allo scattare dell’aggressione, momento cardine in cui ogni individuo agisce in modo indipendente dagli altri, annullando legami e relazioni. Haneke e Kazan con questa messa in scena alternata tra dentro/chiuso e fuori/aperto rispettano le regole della dimensione spaziale e creano i presupposti per creare l’infrazione alle regole dei rapporti.

di Fabrizio Fogliato

[i]Jean-Paule Sartre, L’essere e il nulla, Net, Milano 2002, p. 455

 

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