In ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

 

Presentato al Festival di Cannes del 1969, l’unico lungometraggio di finzione di Raffaele Andreassi, riporta indietro l’orologio della Storia e – attraverso una rievocazione biografica del nemico – mette in scena un rapporto dialettico tra la solitudine di colui che è ostile con l’iperrealismo di un mondo magico e meraviglioso costituito da una natura lussureggiante. Il nemico si trova, improvvisamente, a fare memoria della guerra per potersi confrontare con un’inaspettata – e pertanto destabilizzante – condizione di pace. Si trova a vivere il paradosso della fine del conflitto e a trovare la morte proprio nel momento in cui tutto sembra essere sul punto di ritrovare il suo equilibrio. Proprio perché nemico, però, è esattamente in quel momento che egli diventa più vulnerabile, indifeso nonché impreparato ad affrontare la nuova dimensione pacificata, deprivato della moltitudine dei suoi camerati  – che siano divisione o pattuglia poco importa, quel che conta è che ora il “nemico” è solo e fragile.

[…] Il film di Andreassi non è per nulla conciliante, anzi è opera tagliente, violenta e provocatoria nel mettere in scena l’anti-retorica della lotta partigiana e nello spostare il punto di vista della Storia sullo sguardo del nemico. Un nemico generico, isolato e in balia degli eventi, ormai spogliato di tutto tranne che della sua divisa – elemento che lo divide, appunto, lo distingue da tutto il resto – privo di qualunque appiglio come di un potenziale rifugio, escluso quello – non certo confortevole e privo di pericoli – dell’albero su cui è abbarbicato. Il contrasto natura-uomo è enucleato dal regista attraverso tutta una serie di frammenti esplicativi che riconducono il tema dell’isolamento ad una sorta di pazzia combattuta attraverso un soliloquio interiore che alterna il tedesco e l’italiano rendendo il tutto simile – nella sua asimmetricità – ad un reale flusso di coscienza. Tale idillio – seppur confuso e più simile ad un proiezione della mente del protagonista che alla realtà – è squarciato da violentissimi flashback che alternano i ricordi della giovinezza con le prime esperienze sessuali con quelli della guerra e degli stupri compiuti da orde di militari ubriachi. Il tutto in un’atmosfera rarefatta che esalta la bellezza del paesaggio e che ne esaspera i rumori e i suoni naturali (eliminando ogni musica extra-diegetica) mentre contrappunta la permanenza di Heinz sull’albero attraverso i frammenti dei ricordi che, progressivamente, da piacevoli, nostalgici ed erotici si fanno via via più cupi, selvaggi ed estremi.

di Fabrizio Fogliato

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ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO – Vol. 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Brossura – 464 Pagine

Euro 20,00

Edizioni Il Foglio

Collana LA CINETECA DI CAINO – 3

http://www.ilfoglioletterario.it

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Italia: ultimo Atto. L’altro cinema italiano , edito da Il Foglio, è un romanzo-saggio che, per la prima volta, tra inediti, interviste e testimonianze, racconta il cinema italiano dal punto di vista del cittadino medio, quello che nel corso della storia italiana, diventa “spettatore”, qui identificato come guida. Il Virgilio di un “viaggio infernale” tra i serpenti di celluloide di un cinema e di una storia mai raccontati. Documenti inediti, interviste e testimonianze di una “contro-storia” del Cinema Italiano. Un cinema italiano, nascosto, rimosso, sottaciuto e bandito che diventa cartina di tornasole del “Paese reale”. Sole (1928) di Alessandro Blasetti, Rotaie (1929) di Mario Camerini, La peccatrice (1940) di Amleto Palermi, Tombolo paradiso nero (1947) di Giorgio Ferroni, La strada buia (1950) di Marino Girolami e Sidney Salkow, L’inferno addosso (1959) di Gianni Vernuccio, Milano nera (1962) di Rocco & Serpi, La cuccagna (1962) di Luciano Salce, Silvia e L’amore (1968) di Sergio Bergonzelli, Top Sensation (1969) di Ottavio Alessi, Le salamandre (1968) di Aberto Cavallone, Morire gratis (1968) di Sandro Franchina, Delitto al circolo del tennis (1969) di Franco Rossetti, Vergogna schifosi!… (1969) di Mauro Severino, Flashback (1968) di Raffaele Andreassi…. E tantissimi altri titoli ….da (ri)scoprire….E per la prima volta l’analisi completa della figura e del cinema di Massimo Pirri.

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