In ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

 

Ci sono film prodotti e realizzati nel biennio 1968-69, il cui valore intrinseco travalica il semplice contenuto artistico. Film d’autore nel senso più assoluto, quello cioè di film personali o di film della vita, opera unica e omnia di un regista che attraverso quel film vuole dire tutto e subito, con una forza e un impulso primordiali talmente feroci da esaurire in un’unica pellicola tutta l’ispirazione e da rendere impossibile, successivamente, il ripetersi di un’ operazione simile. C’è nell’aria una frenesia, una voglia di raccontare, raccontarsi, sondare la società in cui si vive sostenuta da una passione e da dinamiche impossibili a ripetersi. Il tutto in un contesto totalmente privo di vincoli, di freni inibitori, di qualsivoglia spauracchio censorio – al punto che molte pellicole sono attraversate da una tensione morale e da un crudeltà talmente spietate da risultare estreme senza esserlo. A questa schiera di film appartiene sicuramente Vergogna schifosi!… di Mauro Severino che già dal titolo denuncia la sua vocazione asimmetrica, violenta e selvaggia.

[…] E proprio il girotondo, inteso come filastrocca infantile – la stessa che magistralmente riecheggia in maniera ossessiva e straniante nel gioco sonoro ideato per il film da Ennio Morricone – diventa la cifra stilistica che contrappunta il film, nonché il punto di vista attraverso cui leggere la pellicola. Una filastrocca che comprende il vuoto esistenziale di un società in cui non c’è spazio né per il sogno e l’illusione del ’68, né, tantomeno, per la felicità, la spensieratezza e la gioia che l’euforia del periodo porta con sé. Tra le tante versioni della filastrocca, Mauro Severino sembra rifarsi a quella che non solo ha le origini più inquietanti e cupe, ma che nei suoi versi contiene quella stessa morte da cui proviene: Giro giro tondo, che ci faccio in questo mondo? Ci faccio quel che posso, col mio groppone addosso. Quando non ne posso più, piglio le gambe e mi butto giù. L’origine è quella della Peste Nera che miete vittime in Europa tra il 1347 e il 1353, dove qualcuno comincia a cantare questa filastrocca per giustificare ai bambini la presenza ovunque di cadaveri. Non solo, va precisato che in presenza di questa epidemia la società dell’epoca collassa e scende al livello più basso del degrado espellendo, allontanando e di conseguenza lasciando morire chi rimane contagiato e ai condannati a morte e ai carcerati (sani) viene imposto di attraversare la città per recuperare i cadaveri condannandoli così a sicura morte. […]

di Fabrizio Fogliato

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ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO – Vol. 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Brossura – 464 Pagine

Euro 20,00

Edizioni Il Foglio

Collana LA CINETECA DI CAINO – 3

http://www.ilfoglioletterario.it

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Italia: ultimo Atto. L’altro cinema italiano , edito da Il Foglio, è un romanzo-saggio che, per la prima volta, tra inediti, interviste e testimonianze, racconta il cinema italiano dal punto di vista del cittadino medio, quello che nel corso della storia italiana, diventa “spettatore”, qui identificato come guida. Il Virgilio di un “viaggio infernale” tra i serpenti di celluloide di un cinema e di una storia mai raccontati. Documenti inediti, interviste e testimonianze di una “contro-storia” del Cinema Italiano. Un cinema italiano, nascosto, rimosso, sottaciuto e bandito che diventa cartina di tornasole del “Paese reale”. Sole (1928) di Alessandro Blasetti, Rotaie (1929) di Mario Camerini, La peccatrice (1940) di Amleto Palermi, Tombolo paradiso nero (1947) di Giorgio Ferroni, La strada buia (1950) di Marino Girolami e Sidney Salkow, L’inferno addosso (1959) di Gianni Vernuccio, Milano nera (1962) di Rocco & Serpi, La cuccagna (1962) di Luciano Salce, Silvia e L’amore (1968) di Sergio Bergonzelli, Top Sensation (1969) di Ottavio Alessi, Le salamandre (1968) di Aberto Cavallone, Morire gratis (1968) di Sandro Franchina, Delitto al circolo del tennis (1969) di Franco Rossetti, Vergogna schifosi!… (1969) di Mauro Severino, Flashback (1968) di Raffaele Andreassi…. E tantissimi altri titoli ….da (ri)scoprire….E per la prima volta l’analisi completa della figura e del cinema di Massimo Pirri.

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