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TECNICA DI UN AMORE (1973) di Brunello Rondi

La libertà è un feroce predatore che uccide il pavido e l’ingenuo, che annulla l’ipocrita e che sbrana il presuntuoso.

Oggetto misterioso per lungo tempo, l’ottavo film da regista di Brunello Rondi è oggi finalmente visibile nella copia depositata presso la cineteca nazionale. Il film è registrato al visto censura con la durata di 100 min., mentre la copia a disposizione ne dura appena 81; difficile dunque dare una valutazione complessiva di Tecnica di un amore, anche perchè quella oggi visionabile è una copia in cui anche il montaggio non sembra seguire l’ordine cronologico degli avvenimenti (i riferimenti sono i vestiti dei protagonisti, che nella seconda parte del film cambiano improvvisamente riportando lo spettatore a scene già viste e interrotte nel primo tempo), frutto probabilmente di un assemblaggio frettoloso e non filologico. Da ciò che rimane di Tecnica di un amore, è molto difficile trarre un giudizio esaustivo su quali fossero le intenzioni del regista, anche perchè già in fase di presentazione, il film viene bocciato in primo grado l’01.03.1973, e nel verbale della commissione si legge: “Il film è tutto improntato ad un ossessivo erotismo e sia il dialogo chetalune sequenze (…) sono descritte con realismo sessuale così crudo da realizzare certamente offesa al buon costume” (Alessio Di Rocco in Nocturno n.86).

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Il blocco viene revocato in appello ma il film subisce tagli consistenti che ne snaturano l’impianto originario. Dalle parole del direttore della fotografia Claudio Racca, si può apprendere il contesto in cui si sviluppa la produzione della pellicola: “Fu girato a Ponza, sul panfilo di Adelina Tattilo, che era la produttrice insieme a Carlo Maietto. La protagonista era Janet Agren, che stava vivendo la sua storia d’amore con Maietto, e aveva soppiantato la prima attrice designata, Erna Schurer, ex dello stesso Maietto, insomma, si lavorò tra questi intrghi sentimentali. Brunello Rondi, con il quale collaborai ancora come direttore della fotografia, per Valeria dentro e fuori, era un ottimo regista, un intellettuale …”.

LE SALAMANDRE (1969) di Alberto Cavallone

Le dannate della terra

Nel 1967 lo sceneggiatore Sergio Lentati e il regista Alberto Cavallone si recano a Tunisi per effettuare i sopralluoghi – da Tunisi a Monastir – per un possibile film da farsi avente come base di partenza le teorie anticolonialiste dell’intellettuale e attivista Frantz Fanon. Questi, in sintesi, sostiene che la libertà dal colonialismo, per i popoli sottomessi, sarà raggiunta soltanto nel momento in cui la violenza subita sarà restituita. Da qui si sviluppa l’idea di un film politico sul tema avente come spunto iniziale e canovaccio narrativo la storia di un rapporto lesbico tra una fotografa bianca e una fotomodella nera. La prima stesura della sceneggiatura a cui partecipa anche Lentati si intitola C’era una bionda, poi, successivamente al timone del film rimane solo Cavallone e il titolo cambia in Le salamandre (titolo ammiccante a Les biches (Le cerbiatte, (1968) di Claude Chabrol). Il primo giro di manovella delle riprese del film avviene a Sidi Bousaid nell’estate del 1968 (periodo in cui si svolgono tutte le riprese).

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Ursula (Erna Schürer [Emma Costantino]), una fotografa d’alta moda, si trova in Tunisia per lavoro: con lei è la sua modella preferita, Uta (Beryl Cunningham), una nera che è riuscita a sfuggire alla miseria del ghetto con il lavoro che Ursula le ha offerto. L’arrivo di Henri Duval (Anthony Vernon [Antonio Casale]), un medico francese, rompe l’equilibrio del rapporto amoroso che le legava. Egli sembra voler scavare nelle loro coscienze: ma mentre Ursula si difende rispondendo con delle battute, per Uta le parole del dottore hanno un certo effetto che aumenta il suo nascosto tormento che nasce da un complesso razziale. Ed essa tenta di ribellarsi, sollecitata anche dal misterioso giovane, ma il forte legame che la tiene unita ad Ursula, il di lei morboso attaccamento e il senso di sicurezza che essa le dà, le tolgono ogni coraggio. Ma la speranza le viene da Duval che le propone di andare con lui separandosi da Ursula: e per vincere la resistenza di questa, Henri accetta la di lei proposta amorosa. Uta che però assiste non vista, crede ad un inganno di Duval e il giorno dopo sulla spiaggia uccide prima Duval e poi Ursula.