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Brigate Rosse

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MALEDETTI VI AMERÒ (1980) di Marco Tullio Giordana

“Svitol” è il paradigma di una generazione senza più padri (li ha uccisi) alla disperata ricerca di essi.

Gli anni Ottanta sono quelli in cui il cinema si interroga – a ridosso della lotta armata – su un fenomeno il cui crollo risulta tanto verticale quanto drammatico per gli strascichi che lascia nei suoi “addetti” e in coloro che, in un modo o nell’altro, si sono sentiti parte di una “grande rivoluzione” mancata. Il poeta Mario Luzi ‒ nella raccolta del 1979 Al fuoco della controversia ‒ scrive:

Muore ignominiosamente la repubblica. Ignominiosamente la spiano i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.

Nello stesso anno Francesco De Gregori in Viva l’Italia replica:

Viva l’Italia, presa a tradimento, l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento […] l’Italia nuda come sempre, l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste.

DELITTO AL CIRCOLO DEL TENNIS (1969) di Franco Rossetti

In ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri di Fabrizio Fogliato

Il film di Franco Rossetti, prende il titolo e l’ispirazione di base (nulla di più) dal racconto omonimo di Alberto Moravia scritto nel 1927. Narrazione breve e giovanile in cui si prende in considerazione il delitto gratuito come un rito d’élite. Una sorta di gioco perverso e casuale in cui la vittima di turno è una poveraccia divenuta zimbello e oggetto nella mani di un gruppo di borghesi annoiati e in cerca di emozioni forti. Il Delitto al circolo del tennis di celluloide, invece, non mette al centro nemmeno il delitto ma solo la sua rappresentazione (seppur gratuita) utilizzata, apparentemente, come arma di lotta di classe – in realtà come strumento di vendetta personale e familiare all’interno di un conflitto irrisolto tra padre e figlia.