LA PORTIERA DELLA NOTTE

C’era una volta un paese che si faceva chiamare il “paese più bello del mondo”, perché era ricco di cultura, di storia e di… potere. C’era una volta un paese in cui le persone diventavano oggetti, in cui la “cosificazione” dei giovani veniva sollecitata, mentre il delirio di onnipotenza “rancoroso e violento” veniva esercitato dal potere dispensando “amore e generosità”.

Eva Braun si ispira ai recenti scandali sessuali e politici italiani, declinati attraverso la lente del Sadiano ‘Le 120 giornate di Sodoma’. Questo mix dà vita ad un grottesco viaggio attraverso il Potere, il sesso e la disponibilità dei protagonisti di fare qualsiasi cosa pur di raggiungere il successo. Pier è il simulacro di quel tipo di potere tentacolare che esiste nell’Italia attuale. Elegante, ironico e ben educato, ha un bizzarro istinto sessuale che viene soddisfatto dalla sua mistress, Romy, la quale recluta persone, uomini e donne (musicisti, filmmaker, scrittori e imprenditori) che accettano di soddisfare le sue strambe fantasie pur di ottenere il suo aiuto per raggiungere ciò che desiderano Come nel Decameron, un gruppo di persone dentro una casa, mette in gioco il proprio orgoglio con il sesso e la sete di potere.

Un uomo, una villa nella Brianza, erano i simboli di quel potere e soprattutto di quella “sete di denaro e di riconoscibilità” che tormentava la tranquilla esistenza delle persone comuni – giovani e meno giovani – disposte a tutto – ma proprio a tutto – per raggiungere la fama, per realizzare i loro sogni catodici, per affermare la loro inettitudine. L’uomo, la villa nella Brianza, la corte dei miracoli stretta attorno a lui produssero un’ideologia – che nulla aveva né di ideale né di politico – perché era un’ideologia esistenziale che aveva come traguardo finale la trasformazione delle menti, la vampirizzazione delle coscienze e la diffusione di una paura che mangia l’anima. Niente di nuovo, perché quell’ideologia era da sempre endemica alla società di quel paese e, questo, non aspettava niente altro che qualcuno la riesumasse dalle polveri della Storia

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L’ideologia si materializzò nella presenza fantasmatica di Eva Braun – La portiera della notte che appariva e scompariva dal e nell’ombra come un fantasma; era qualcosa che apparteneva al mondo che la circondava ma difficile da individuare e da comprenderne la pericolosità. Eva Braun in quel paese aveva una missione da compiere: vigilare che la società assecondasse il potere, titillarne i desideri di guadagno immediato e facile, assecondare il potere e spingerlo a modificare dall’interno la coscienza degli uomini e delle donne, portandoli a confrontarsi con la parte più oscura e terribile che dimora dentro ognuno di loro.

13 - E. BRAUN

Eva Braun conduceva cinque archetipi di quella società – una filmmaker, un’imprenditrice, un cantante, una comunista e una ragazza sensibile – nell’antro del meneur de jeu, in quella villa e alla corte di quell’uomo che, in fondo, ad un paese che, secondo lui, si nutriva di odio voleva solo sostituirne uno che vivesse di “amore”, il suo “amore”. Eva Braun invitava i suoi ospiti ad assecondare I desideri e le fantasie di quel potere che dimorava stancamente, ormai, in quella villa che si faceva via via più fatiscente e maleodorante. Le parole della “portiere della notte” erano dolci e melliflue ma terribilmente chiare: “Tra poco vi faccio vedere le vostre camere. Ci vedremo più o meno una volta a settimana; di solito il lunedì Pier è più tranquillo. Vi chiamiamo e vi veniamo a prendere noi. Come ho già detto a tutti non c’è nulla di particolare da sapere. Sono pomeriggi tra amici: si scherza, si sta assieme, si fanno giochi… cose normali. Raccontategli i vostri sogni. Pier vi chiederà solo di essere gentili con lui. Fate quello che vi chiede e alla fine avrete quello per cui avete accettato di essere qui. Non parlate di questo con nessuno, tantomeno al telefono. Ritenetevi fortunati, chiunque – di questi tempi – vorrebbe essere qui”.

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In quella villa si facevano cose normali, cose con il corpo, quell’elemento così malleabile, così duttile da piegarsi agli ordini e alla regia di colui a cui quel paese aveva deciso di baciare la “sacra pantofola” come ad un pontefice d’altri tempi. Già, il corpo, meglio se nudo, meglio se soggiogato e adattato al sesso onanistico e narcisistico del potere. Ma, in fondo, in quel paese, chiunque era pronto a fare del proprio corpo un oggetto al punto che, persino l’uomo chiuso nella villa della Brianza, rimaneva sconcertato di fronte a giovani pronti – senza batter ciglio – all’incesto e alla zoofilia solo per assecondare i suoi inviti….

C’era una volta un paese, in cui Eva Braun era la padrona della “notte delle coscienze”….

C’era una volta, c’è anche adesso e… sempre ci sarà.

di Fabrizio Fogliato

EVA BRAUN (2015)
REGIA:
Simone Scafidi
CAST:
Andrea Riva (Pier)
Susanna Giaroli (Romy)
Federica Fracassi (Elisa)

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