Una chiesa centro del mondo; dove si intrecciano, a causa della violenza, le componenti dell’umano e del divino.
Gesù è morto per salvare l’umanità dai suoipeccati e dunqueè più che naturale che il tenente – ormai devastato fisicamente e psicologicamente – entri in chiesa e chieda perdono. Una chiesa dove sull’altare è stato versato lo sperma degli stupratori e il sangue virginale della suora, due sostanze dove si mescolano il sacro del divino e il profano dell’uomo. Una chiesa centro del mondo; dove si intrecciano, a causa della violenza, le componenti dell’umano e del divino e dentro la quale Cristo è presente pronto a ricevere gli insulti della disperazione umana e ad essere accusato di indifferenza dal tenente. Nell’abisso della disperazione Lt ritrova Dio, un Dio silenzioso che con il suo sguardo misericordioso e la sua sola presenza, in un istante ne riscatta l’intera vita, lo solleva nell’empireo della Grazia e lo conduce al perdono.
Perdono che ricorre più volte nel film e che è il centro del discorso pronunciato da Zoë dopo lo shoot: “I vampiri sono fortunati, si nutrono degli esseri che trovano… noi invece divoriamo noi stessi. Dobbiamo mangiare le nostre gambe per trovare la forza di camminare. Dobbiamo arrivare per poter andar via. Dobbiamo succhiarci fino in fondo, dobbiamo divorarci da soli… finchè non ci resta niente altro che la fame. Noi diamo, diamo e diamo come pazzi. Non credo che tutto questo abbia senso. Non significa niente. Gesù ha detto: “Settanta volte sette”. Nessuno riuscirà mai a capire perché l’hai fatto. Ti abbiamo già dimenticato la mattina dopo. Peccato”. Solo lo “scandalo” di poter assistere al perdono può ricondurre sulla retta via. In una scena inedita, girata e mai montata, di Bad Lieutenant, intitolata “La Confessione della monaca” il perdono viene equiparato alla più limpida preghiera.
“Perché questi ragazzi hanno posato le mani sul mio seno, ma essi non hanno afferrato che un po’ di pelle umana nella loro stretta. Essi avrebbero dovuto incontrare attraverso me il seno del loro Redentore. Quando loro si sono abbassati su di me e mi hanno guardata negli occhi, essi hanno visto la paura; essi avrebbero invece, dovuto trovare lo sguardo di un amante e sentire la presenza del Principe della Pace. La mia vagina io non l’userò mai più. E mai più io rincontrerò due ragazzi dalla preghiera così limpida, così straziante e così angosciante.”[1]
Quando l’uomo non concede il perdono soffre, così come soffre visibilmente il tenente al Port Authority Bus Terminal nell’accompagnare i due ragazzi sul pullman. Egli piagnucola, digrigna i denti e li schiaffeggia perché è Padre e con quel gesto educa anziché punire. Padre quindi e non più poliziotto – infatti i due ragazzi Paolo e Julio sono seduti in macchina nella stessa posizione dei figli del tenente all’inizio del film. Lt sa che morirà, anzi sceglie di morire, sa che è l’unico modo per trovare la redenzione che cerca disperatamente da sempre: nell’alcool cercava Dio, nelle droghe cercava Dio, nel sesso cercava Dio, ma la felicità intesa come Grazia Divina, la troverà solo nella morte dopo aver incontrato Cristo sanguinante in una Chiesa profanata.
La suora che ha perdonato è incarnazione della Mano di Dio, mentre la bestemmia rivolta ad un Dio muto da parte di Lt altro non è che una preghiera (è Sant’Agostino a dire che in un momento di disperazione la bestemmia equivale ad una preghiera), al termine della quale egli troverà una donna con un calice d’oro in mano che lo condurrà (attraverso l’oggetto sacro) ad individuare i colpevoli. Lt dunque, potrebbe qui avere accesso ai $50.000 di taglia sullo stupro più i $30.000 recuperati dal pusher e quindi poter estinguere gran parte del suo debito e continuare la sua vita dissoluta e mortificante. Scegli invece il martirio perché sconvolto dalla forza del perdono e toccato dalla Grazia di Dio. Non è casuale che nel finale la suora si rivolga a Lt, seduto di fianco a lei ai piedi dell’altare, con queste parole: “Si rivolga a Gesù. Preghi. Lei crede in Dio vero? Crede che Gesù è morto per i nostri peccati?”.
di Fabrizio Fogliato
[1] Zoë Lund, La Confession de la nonne, in Nicole Brenez, p.75, traduzione nostra
BAD LIEUTENANT
USA – 1992
Regia: Abel Ferrara
Soggetto: Abel Ferrara, Zoë Lund
Sceneggiatura: Abel Ferrara, Zoë Lund
Fotografia: Ken Kelsch
Musiche: Joe Delia
Montaggio: Anthony Redman
Scenografia: Charles Lagola
Costumi: David Sawaryn
Attori: Harvey Keitel – Il Tenente, Victor Argo – Poliziotto, Paul Calderon – Poliziotto, Leonard L. Thomas – Poliziotto, Robin Burrows – Ariane, Frankie Thorn – La Suora, Victoria Bastel – Bowtay, Paul Hipp – Gesu’, Peggy Gormley – Moglie di Zoe, Bianca Bakija – Passeggera, Anthony Ruggiero – Lite, Zoë Lund – Magdalena, Eddie Daniels – Autista, Fernando Velez – Julio, Joseph Michael Cruz – Paulo