Il film “invisibile” di Paolo Cavara: itinerari tra The Savage Eye e Cannibal Holocaust

 

E’ arrivata la prima biografia/monografia dedicata al regista Paolo Cavara.

“Paolo Cavara – Gli occhi che raccontano il mondo” è un libro ricco di documenti inediti e che si avvale del prezioso contributo del figlio del regista Pietro Cavara.

Al suo interno anche i soggetti integrali di Mondo Cane (1962) e de I Malamondo (1964)…e tutti i lavori inediti del regista.

Nel libro, percorsi e itinerari analitici alla scoperta di tutti i film del regista

Che legame c’è tra il New American Cinema degli anni’50, L’Occhio Selvaggio di Paolo Cavara e Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato?…..

 

 

[…]Il Paolo de L’occhio selvaggio vive di frammenti visivi, di impulsi visionari, di improvvisazioni gestuali (in cui il singolo gesto conta più dell’azione in sé) e libera i suoi umori, corrosivi e scorretti, con il fine di rivoltare le gerarchie dei ruoli così come di scompaginare la priorità dei valori; ed in questo è un personaggio perfettamente inserito nella poetica cassavetesiana. Allo stesso tempo Cavara, con il suo film, riflette sull’immagine in sé, sul suo essere elemento dinamico anche nella staticità, sul suo registrare la molteplicità caotica del divenire, sull’impossibilità del suo “rispecchiamento” oggettivo (ma solo e sempre soggettivo): elementi, questi, centrali e basilari del costrutto narrativo di The Savage Eye. Se il contenuto del film di Meyers, Strick e Maddow sembra più contiguo, almeno nella scelta delle immagini, all’esperienza di Mondo Cane (non a caso, anche, in The Savage Eye si trovano le immagini di un cimitero degli animali come quello di Pasadena) l’aspetto tecnico, tanto per la ripresa che per il montaggio, è sicuramente qualcosa di innovativo che fa presa su diversi cineasti, soprattutto su quelli in grado di coglierne l’aspetto più “filosofico” legato al concetto di sguardo: suggerimenti rubati alla realtà, macchina da presa sempre mobile e agile, immedesimazione totale nella vicenda del personaggio. Paolo Cavara, grazie alla sua sensibilità, sa cogliere questi aspetti che innervano gran parte del suo cinema della prima ora; aspetti che, uniti all’esperienza di documentarista e di cine-operatore subacqueo, conferiscono al suo cinema quell’aspetto unico e romantico che ne L’occhio selvaggio si traduce nella convivenza congeniale tra sintassi filmica tradizionale e poetica violenza figurativa. Proprio questo film con il suo personaggio carico di ambiguità esistenziale, con il suo impressionismo narrativo, con la sua sorprendente indagine antropologica e, infine, con la registrazione della realtà dal punto di vista di chi la riprende (e non la vede), rappresenta da un lato la perfetta sintesi tra le teorie del cinema e quelle del documentario e dall’altro l’anello di congiunzione tra The Savage Eye e Cannibal Holocaust (id., 1978) di Ruggero Deodato. […]

 

Per conoscere tutti i segreti de “L’occhio Selvaggio”….

 

“Paolo Cavara – Gli occhi che raccontano il mondo” – Edizioni Il Foglio Letterario.

 

Stampa(1)

http://www.ilfoglioletterario.it/Catalogo_Cinema_Cavara.htm

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http://www.ibs.it/code/9788876065019/fogliato-fabrizio/paolo-cavara-gli-occhi.html

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di Fabrizio Fogliato

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