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IL DEMONIO (1963) di Brunello Rondi – Capitolo 6

Il rogo “sacro” dell’immoralità: il male antropologico di una comunità spaventata

Quello che appare nel film come la componente orrorifico-fantastica (legature notturne, graffi su braccia e gambe, la camminata a ragno in chiesa e la xenoglassia) nell’ottica di Rondi è solo la riproduzione “in soggettiva” della visione della comunità: Purificazione e il suo martirio sono (sin dal nome e dalla condizione psichica) il lavacro necessario per mondare una comunità corrotta e terrorizzata da un Male che lei stessa nutre e alimenta; motivo per cui Purif appare come il detonatore in grado di far saltare gli antichi e precari equilibri su cui si regge tale comunità.

IL DEMONIO (1963) di Brunello Rondi – Capitolo 5

Eros & Thanatos: Il paradigma ermeneutico di una società arcaica

Purif è incarnazione pura e primordiale di Eros[1] – dimensione che la condanna ad essere vilipesa, martirizzata, sepolta viva e uccisa dall’uomo che ama: azione inevitabile, quella di Antonio, perché ormai incapace di opporre resistenza alla donna che diventa minaccia alla sua rispettabilità e al suo equilibrio. Purif, dalla comunità, è stigmatizzata come una strega voluttuosa di cui gli uomini possono servirsi a loro piacimento per sfogare la loro eccitazione attraverso la violenza e lo stupro.[2]

DR JEKYLL ET LES FEMMES (NEL PROFONDO DEL DELIRIO) di WALERIAN BOROWCZYK (1981)

Un’entità astratta e surreale agisce all’interno del sesso, della violenza e della metropoli.

Già la prima trasposizione cinematografica sonora del romanzo di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, quella diretta da Robert Mamoulian nel 1932, presenta evidenti tracce di erotismo. Il personaggio “inventato” di Ivy Pearsons (interpretato dalla conturbante Miriam Hopkins) è un concentrato di implicita sensualità e la scena dello spogliarello davanti ad un compiaciuto dottor Jekyll, si prolunga a lungo ed in sovraimpressione sulle immagini successive mostrando la gamba nuda e oscillante della donna. Nel 1971 Roy Ward Baker, offre una rilettura del romanzo sensuale e conturbante attraverso l’originale rivisitazione del doppio che in Dr. Jekyll and sister Hyde (Barbara, il mostro di Londra), contrappone l’uomo alla donna. Martin Beswick interpreta la sorella di Jekyll con inquietante aderenza ed utilizza il proprio corpo per sedurre (al fine di uccidere), in una vicenda che fonde il romanzo di Stevenson con i delitti di Jack lo squartatore. Walerian Borowczyk, nel 1981, riprende gli spunti dei suoi predecessori per costruire una parabola erotico-sanguinaria sulla forza del desiderio e sulla distruzione delle convenzioni. Il tema centrale del film (di cui per una volta la mistificazione del titolo italiano, Nel profondo del delirio, rende appieno il senso della discesa infernale dei personaggi), è quello della penetrazione, che come un’entità astratta e surreale agisce all’interno del sesso, della violenza e della metropoli.