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Fernando Di Leo

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ITALIA A MANO ARMATA (1976) di Franco Martinelli [Marino Girolami]

ITALIA: ULTIMO ATTO. L’ALTRO CINEMA ITALIANO – Vol. 1

Italia a mano armata (1976) di Franco Martinelli: Il “poliziottesco” che racconta il lato oscuro del triangolo industriale del Nord-Ovest.

Quando nel 1975 Vincenzo Mannino scrive la sceneggiatura di Roma violenta mette al centro dello sviluppo narrativo tre elementi destinati a diventare – in poco tempo – codici di riferimento del genere poliziesco italiano: la rappresentazione spettacolare ed enfatica della violenza, il commissario integerrimo senza macchia e senza paura e l’utilizzo degli spazi metropolitani come personaggio terzo (addirittura con i nomi delle città nei titoli dei film).

ITALIA: ULTIMO ATTO. L’ALTRO CINEMA ITALIANO – IL PROGETTO 2016

Una landing page, rassegne e altre pubblicazioni

A seguito del grande successo riscontrato dal primo volume e in attesa del secondo – in fase di lavorazione – ITALIA: ULTIMO ATTO diventa un progetto multimediale. Dai primi di Ottobre è attiva la landing page del volume Italia: ultimo Atto. L’altro cinema italiano, di Fabrizio Fogliato. La pagina è la base di un progetto multimediale – e in divenire – che a partire dal 2016 si attiverà con presentazioni, proiezioni, convegni e rassegne, il tuttoi ncentrato sul cinema italiano censurato, nascosto, rimosso e dimenticato.

Per saperne di più

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Settembre 2015

Continuano il grande interesse e dibattito attorno ad un libro asimmetrico e “provocatorio” come: 

“Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1

– Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”

Da giugno disponibile anche in E-BOOK.

Da settembre nasce il franchise ITALIAULTIMOATTO

A seguire le recensioni del libro e il nuovo progetto web. Leggi Tutto

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Estratto del libro da La spiaggia (1954) di Alberto Lattuada

La spiaggia è un luogo di prossimità. Un luogo popolato da persone diverse ma unite dal desiderio di evasione e di riposo. Apparentemente è un luogo in cui la vicinanza stimola la conoscenza, in cui ci si incontra (a volte anche a distanza di anni), un luogo temporaneo, in cui le giornate scorrono sempre uguali eppure sempre diverse. La spiaggia per gran parte dell’anno è un miraggio, un traguardo ambito per dimenticare tutto e tutti e per ricominciare da zero una micro-vita – a scadenza definita, quella della fine delle vacanze – che si riproduce per pochi giorni con persone diverse, con contatti che si sa essere temporanei e con il desiderio, contraddittorio, che quel periodo duri tutto l’anno ma altrettanto desiderosi che finisca il prima possibile. In questo luogo in cui il rapporto di prossimità è forzato, in cui non si può evitare di dire qualcosa senza che chi si trova affianco possa ascoltarlo, dove un gruppo di conoscenze si consolida nel tratto di spiaggia occupato da sdraio e ombrelloni, gli italiani, a partire dagli anni ’50 cominciano a ritrovarsi. In realtà, “la villeggiatura” agognata e ambita, progressivamente, diventa una riproduzione in piccolo e per un tempo limitato, di schemi, stili di vita e atteggiamenti che oltre ad essere non dissimili da quelli quotidiani di tutto l’anno ne diventano la propaggine estrema e oltranzista a causa della convinzione che la spiaggia non preveda né regole né limiti alla libertà personale. Uno sfogatoio in cui tutto è concesso, spesso tollerato, a volte persino stimolato dalle condizioni di vita che il luogo prevede. L’Italia di quegli anni ha una voglia matta di lasciarsi andare, eppure appare ancora imbrigliata ai gioghi della tradizione (utilizzati, ipocritamente, come paravento morale)

Leggi l’estratto integrale

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Luglio-Agosto 2015

Anche durante l’estate non accenna ad arrestarsi il grande successo di:

“Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano – Vol. 1

– Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”

Da giugno disponibile anche in E-BOOK.

A seguire le recensioni del libro. Leggi Tutto

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri

Su Amazon.it – Sezione Cinema e Televisione

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri sbarca al n° 63 tra i bestseller di categoria. http://www.amazon.it/gp/bestsellers/books/508762031/ref=zg_bs_nav_b_2_508758031#4

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri su amazon.it è anche in E-Book  http://www.amazon.it/Italia-ultimo-Laltro-cinema-italiano-ebook/dp/B00YZLHDWI/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&sr=&qid=

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO. Vol 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri (prefazione di Davide Pulici)

Rassegna Stampa – Aprile-Maggio 2015

Il grande successo che sta riscuotendo (uscito a fine aprile e già in ristampa) “Italia: ultimo atto. L’altro cinema italiano  – Vol. 1 – Da Alessandro Blasetti a Massimo Pirri”, è confermato dalle prime segnalazioni sul web, dagli attestati di validità e di preziosità del progetto da parte di prestigiose riviste di settore, nonché dalle numerose richieste di interviste all’autore.

Ecco qui un primo assaggio

AVERE VENT’ANNI (1978) di Fernando Di Leo – Parte Quarta

Il finale

 

Pierpaolo de Sanctis, studiando i saggi di diploma degli studenti del CSC, ha trovato le origini del finale di Avere vent’anni:

Primi anni’60: Fernando di Leo si affaccia al Centro Sperimentale di Cinematografia, stringendo vari rapporti con Marco Bellocchio, ma soprattutto con Sergio Tau, Enzo dell’Aquila e Franz Weisz, insieme ai quali firmerà un film ad episodi, Gli eroi di ieri, oggi e domani (1963) scarsamente distribuito. […]Recentemente lo stesso Sergio Tau ha ricordata l’importanza che di Leo ha avuto nella sua folgorante esercitazione di primo anno: un piccolo e originalissimo film sperimentale “K” (1961), completamente privo di dialoghi e affidato unicamente a delle ritmiche percussive minimali elettronicamente modificate.