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La ragazza fuoristrada

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LUIGI SCATTINI INFERNO E PARADISO (a cura di) Fabrizio Fogliato – A GENNAIO in tutte le librerie

SVEZIA INFERNO E PARADISO (1968)

 

Aggiungendo elementi, quindi, ci si accorge che dietro l’apparente scelta (e tesi) di fondo di Svezia inferno e paradiso, si nasconde una complessità strutturale fatta sia della capacità del regista di muoversi con la macchina da presa e di individuare gli elementi più urgenti e controversi, sia della polemica (espressa dal commento) circostanziata e analitica (mai qualunquista, a tratti, moralista) all’interno di un discorso per immagini serio e rigoroso, puntuale e informato, mostrato allo spettatore con spietata e agghiacciante freddezza con l’intento biunivoco di affascinare e atterrire. Luigi Scattini, soprattutto in materia sessuale, dipinge un mondo (rispecchiando le notizie del reportage di Enrico Altavilla) in cui nulla è come sembra. Un mondo e una sfera dei rapporti sessuali, dove arbitrio e libertà non hanno distinzione, dove il superamento di ogni proibizione ha condotto alla sterilità sentimentale e all’aridità emotiva, e dove la trasgressione – tanto quella sessuale che quella della droga – ha perso ogni valore per diventare abitudine, portando così ad un consumo meccanico dei rapporti umani e all’emergere di una inspiegabile nausea quotidiana per l’esistenza.